Presentazione
Oggi siamo qui per festeggiare i 40 anni dalla fondazione della palestra
Rōnin Kai (浪人会) ed inizierò la presentazione
del film "47 Rōnin" con la frase che era impressa sulla tessera dei
passaggi di cintura, e che ci ha accompagnato, per tanti anni, nella
pratica del Jūdō:
"Hana wa sakura-gi, hito wa bushi". - "Il fiore per eccellenza è il ciliegio, l'uomo per eccellenza è il guerriero"
Ricordo che, in quel periodo, avevo paragonato i guerrieri ai fiori e
ciò mi aveva fatto idealizzare i guerrieri come esseri umani dotati
delle più alte
qualità, ed i fiori di ciliegio avevano il merito per la creazione di
questa immagine.
Ma cosa significa il termine Rōnin?
Rōnin (浪人) - letteralmente "uomo onda" o "uomo alla deriva", è un termine che designava il
samurai decaduto, rimasto senza padrone, di norma o per la morte di quest'ultimo o per averne perso la fiducia, infatti, quando il nobile padrone, a cui un samurai
era legato, moriva o perdeva la fiducia in quest'ultimo, il samurai
diventava un GUERRIERO ERRANTE. Il Būshidō era il codice etico di
condotta e modo di vita
dei guerrieri, prevedeva che per espiare la propria colpa e acquistare
di nuovo l'onore perso con la morte del proprio signore, si dovesse
ricorrere alla pratica del
"seppuku" o " harakiri ", che letteralmente significa "tagliare il
ventre", che avveniva mediante l'uso di una spada corta chiamata
" Wakizashi ". Il venir meno a questi principi causava il disonore del
guerriero che diventava un Rōnin, samurai errante, considerato senza
onore e dignità.
I Rōnin, pur continuando a fare parte della casta dei samurai, potevano
mettersi al servizio del popolo insegnando arti marziali e di guerra,
facendosi assumere come guardie
del corpo (yojimbo) oppure difendendo il villaggio da agressioni
esterne. Il film narra di un evento realmente accaduto, di cui
descriverò velocemente l'episodio storico;
Accadde il 14 marzo 1701, quando il nobile Asano, un ingenuo
signorotto della provincia di Ako, arrivò alla corte imperiale dello
shogun Tokugawa
Tsunayoshi (1646-1709), in qualità di dignitario locale; l'educazione
al protocollo da rispettare spettava al maestro di cerimonia Kira,
ma questi
pretese delle tangenti ed Asano si mostrò troppo inflessibile per
stare al suo gioco, così Kira gli diede false istruzioni. Asano, in
tal modo
oltraggiato, all' interno del castello di Edo, sguainò la sua spada e
cercò di uccidere Kira : una terribile violazione del codice
imperiale,
perchè all' interno del palazzo era vietato l'uso di qualsiasi arma.
Lo shogun Tsunayoshi ordinò ad Asano di suicidarsi tramite
seppuku
entro la giornata e stabilì che le sue proprietà e tutti i suoi beni
venissero requisiti e chei suoi vassalli fossero abbandonati a loro
stessi. I vassalli divennero
dei Rōnin, samurai senza signore, ma solo di nome, perchè in realtà
rimasero fedeli alla memoria del loro signore e tramarono per
vendicarlo.
Capeggiati da Oishi, il più anziano, strinsero un patto, dopodichè
ognuno andò per la sua strada; tutti i Rōnin, per sviare i
sospetti di
Kira, si crearono una copertura e condussero una vita dissoluta :
chi abbandonò la famiglia, chi era sempre ubriaco, chi era sempre
nei quartieri di piacere.
Ma, la notte del 14 dicembre 1703, tutti insieme si riunirono e guidati
da Oishi irruppero nel palazzo di Kira ad Edo decapitandolo, poi,
brandendo la testa di Kira, si
recarono dove era seppellito il loro signore Asano, al tempio di
Senkakuji a Takanawa, e la porsero in dono allo spirito del loro
signore; non scapparono nè si
dettero alla macchia, ma accettarono il processo ed il verdetto:
dopo sette settimane, lo shogunato ordinò il seppuku a tutti i
servitori che avevano partecipato
all'azione. La storia di Oishi racchiude in sè tutti i valori su cui si
fonda il Bushidō: lealtà, vendetta ed assoluto sprezzo della morte.
Ma perchè la storia dei 47 Rōnin è diventata così famosa?
La nascita dell'opera Chūschingura (I 47 Rūnin fedeli) :
Nel 1748 un dispositivo governativo non consentiva di rappresentare
opere basate su fatti storici realmente accaduti, così l'opera
"Chūschingura"

fu scritta per il teatro delle marionette (joruri), trasportando
l'epoca degli avvenimenti dal periodo Edo (1646-1709) a 300 anni prima,
al tempo dello shogun Ashitaga
Takauji (1305-1358). La storia venne allora modificata dagli autori,
usando la tecnica di inserire scene d'amore (nureba=scene bagnate di
lacrime) per aumentare
l'attrattiva dell'opera e, pur conservando il tema del rifiuto di Kira
di aiutare Asano, la causa principale del diverbio furono le
avances di lui nei confronti della moglie
di Asano, non coronate da successo. l'interpretazione delle tematiche
principali dell'opera evidenziano la fedeltà al proprio signore
(tematiche anti-regime) e le
vicende umane che coinvolgono l'amore e l'avidità, ma a motivare la
vendetta fu l'ingiusto trattamento che lo shogun riservò ai samurai.
Infatti senza
alcuna inchiesta il governo condannò solo Asano, lasciando Kira impunito
sebbene la legge prevedesse che, in caso di conflitti all'interno
del castello di Edo,
entrambe le parti venissero punite. La reazione dei samurai di Asano
suscitò la simpatia della gente che, vessata dal V Shogun
Tsunayoshi, si identificava
nei servitori. La leggenda si è in seguito impadronita dei
personaggi, trasformandoli in esempi viventi dell'etica samurai ed il
dramma contribuì ad idealizzare
i guerrieri come esseri umani dotati delle più alte qualità. è un
fatto storico che Asano, prima del rito del seppuku, scrisse la sua
ultima poesia:
"i fiori di ciliegio, portati via dal vento non devono essere molto
propensi a lasciare (l'albero); cosa sarà del mio desiderio di
assaporare la primavera?".
Grazie al cinema, al teatro e alla letteratura questa vicenda è
diventata popolare in tutto il mondo, caratterizzando in se stessa il
vero spirito del Būshidō e la
rilettura in chiave fantasy è interpretata dal film "47 Rōnin".
A cura del Dott. Fausto Vittozzi
Laureato in Lingue Orientali presso l' Università Ca' Foscari di Venezia
LA STORIA DEI 47 RONIN
La storia inizia dalle celebrazioni indette dallo Shogun, capo
del governo e detentore del potere assoluto nel Giappone feudale,
per accogliere un inviato Imperiale,
il Maresciallo Achi Kari. Tokugawa Tsunayoshi, lo Shogun, sceglie
Asano per preparare l'accoglienza. Gli affianca, in questo compito,
Kira Kozukenosuke Yoshinaka
(1641-1702), preposto ad istruirlo sull'etichetta di corte. Tra i due
crebbe però una forte antipatia e Kira fece ogni sforzo per mettere in
imbarazzo il suo allievo
fin quando, nell'aprile del 1701, la situazione esplose nel palazzo
dello Shogun. Kira insultò Asano ancora una volta, tanto da
costringerlo ad estrarre la spada
e tentare di colpirlo. Kira fu solo ferito dall' attacco ed Asano fu
posto sotto custodia. Colpire un altro uomo come gesto di rabbia
era contro la legge, fare questo nella
casa dello Shogun era impensabile. Asano fu costretto ad uccidersi
praticando il seppuku per aver violato le regole di corte. In seguito
la sua famiglia, che era molto ricca,
inì in rovina (furono confiscati tutti i possedimenti di Asano) e i suoi
samurai furono costretti a sciogliersi.
Il piano di Oishi
Quando la sfortunata notizia raggiunse il castello di Asano i suoi
abitanti furono trascinati dal clamore e si impegnarono in animate e
focose discussioni circa il da farsi.
Alcuni erano favorevoli ad accettare il loro destino ed a disperdersi
mentre un altro gruppo era intenzionato a difendere il castello e a dare
battaglia al Bakufu, il governo
dello Shogun. Oishi Kuranosuke, a capo dei samurai, raccomandò ai
sostenitori di Asano di abbandonare il castello e di lasciare che la
confisca avvenisse pacificamente
e di lottare per riabilitare il nome della famiglia Asano e nello stesso
tempo preparare la vendetta neiconfronti di Kira. Così, il gruppo dei
samurai di Asano - ormai Rōnin
( lett. "uomo onda", samurai senza padrone, senza un signore da servire )
- cominciarono a preparare un accurato piano di vendetta. Kira, che
non era uno stupido,
aspettandosi qualche attentato alla sua vita da parte degli uomini di
Asano, incrementò la sua guardia personale e aumentò le misure di
sicurezza.Il piano di
Oishi fu in primo luogo di placare ogni sospetto prendendo tutto il
tempo necessario in attesa chearrivasse il momento più favorevole ai
suoi uomini rimastigli fedeli.
Per questo scopo finale i 59 Rōnin che aderirono al piano di Oishi
nascosero le loro armi e le armature prima di disperdersi
ostentatamente, alcuni cercando lavoro mentre
altri, tra i quali lo stesso Oishi, abbandonandosi a vita randagia come
se avessero perso ogni speranza per il loro futuro. Si misero a giocare
d'azzardo e a frequentare prostitute
e le peggiori compagnie. In una occasione un samurai di Satsuma,
incrociando Oishi ubriaco in strada, gli sputò addirittura addosso,
insultandolo e dicendogli di non
essere più un vero samurai. Valutate tutte queste cose, Kira cominciò a
pensare di non essere in pericolo e nel corso di un anno abbassò la
guardia.
Fu a questo punto che i Rōnin colpirono.
Esecuzione del piano
47 di loro si riunirono il 14 dicembre del 1702 (12 avevano ceduto ed
erano tornati dalle loro famiglie) e, dopo aver recuperato dal
nascondiglio armi ed armature, si prepararono
a cogliere la loro vendetta in quella stessa rigida notte scura e nevosa
d'inverno. Giunti al palazzo di Kira, in Edo, si divisero in due
gruppi ed attaccarono senza alcun indugio: il
primo gruppo scavalcando la recinzione sul lato posteriore del palazzo
mentre il secondo forzando l'ingresso principale, abbattendone il
cancello con un maglio. I 61 samurai di
Kira furono presi completamente di sorpresa, risposero con spirito e
tentarono di resistere, ma furono letteralmente travolti. Molti perirono
o furono gravemente feriti, mentre solo
uno dei Rōnin perse la vita nell'attacco. Kira fu scovato nascosto in
un ripostiglio e portato al cospetto di Oishi il quale gli offrì la
possibilità di suicidarsi onorevolmente
praticando il rituale del seppoku. Kira non rispose e Oishi lo uccise
con la stessa spada che Asano aveva usato per darsi la morte. La
vendetta era compiuta. l'assassinio di Kira
portato a termine dagli uomini di Oishi mise il Bakufu (governo) in
grande difficoltà. Dopo tutto i 46 Rōnin superstiti non avevano fatto
altro che mostrare la lealtà
verso il proprio signore come ci si sarebbe aspettato dallo spirito di
un qualunque vero samurai. In più, la decisione di costringere Asano al
suicidio e di confiscare i beni del
suo dominio senza intraprendere alcuna azione nei confronti di Kira e
delle sue responsabilità nella vicenda non era stata accettata con
favore e non era stata assolutamente
una decisione popolare, tanto che ad un certo punto anche uno degli
ispettori incaricati delle indagini aveva protestato contro il verdetto
ed era stato degradato.
La vendetta d'onore punita dalla legge
Nondimeno il Bakufu decise che il mantenimento dell'ordine dovesse
prevalere e così ai Rōnin fu ordinato di effettuare il seppuku.
Per ordine dello Shogun,
però, " il più giovane tra loro" - Terasaka Kichiemon - dovette
rimanere in vita, affinchè egli e la sua discendenza compissero
regolarmente
le offerte rituali agli spiriti dei suoi leali compagni e per
raccontare tutta questa storia. . . . Il 4 febbraio 1703 Oishi e i
suoi Rōnin procedettero ad eseguire la sentenza.
I loro corpi furono quindi portati al Sengakuji per essere cremati
tutti assieme e tumulati vicino ad Asano. La vendetta dei 47 Rōnin
continuò ad alimentare controversie
per tutto il periodo Edo. Ancora oggi il Sengakuji è molto popolare a
Tokyo ed è meta di moderni ammiratori di quella lealtà coraggiosa
che fu
espressione della cultura dei samurai del periodo Edo. Alla fine, Oishi
e dei suoi Rōnin divennero degli eroi per il popolo, simbolo di lealtà,
coraggio e onore.
Ancora oggi molti si recano sulla tomba dei 47 Rōnin che si trova a
Tokyo nel Tempio Sengakuji. Ogni anno sulla tomba dei Rōnin i
giapponesi arrivano da tutta la Nazione
per deporre fiori in ricordo del loro eroico sacrificio.